PANIA
Società della Nobile Contrada del Nicchio
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La Nostra Storia
 
(
Le notizie sono tratte dalla pubblicazione edita dalla Società del Nicchio in occasione del 50 esimo anniversario della Fondazione della Società La Pania)

...nel 1946 la guerra era un ricordo del giorno prima. La vita andava avanti, certo, e anche le contrade, e anche il palio sopravvivevano. Ma cinque anni di interruzione avevano lasciato il segno; lontananze forzate - guerre nei più sperduti angoli della terra; prigionie lunghe che avevano interrotto affetti, amicizie e conoscenze; voglia di riprendere la vita di "prima" ma con la consapevolezza che, in realtà, nulla sarebbe più stato come "prima". II palio aveva ricominciato la sua vita; le contrade, in realtà, mai l'avevano interrotta. Così, se le bandiere avevano accolto la prima jeep dei liberatori nel luglio del 1944, appena un anno dopo si era tornati a coprire Piazza del Campo con un anello di tufo e si era tornati a trepidare per un cavallo e per un pezzo di stoffa dipinta.

Ma in quel 1946, appunto, c'era la consapevolezza che nulla sarebbe stato come prima della guerra: la contrada doveva essere più di prima territorio di comunità di affetti; di amicizie; di solidarietà. la contrada doveva, insomma, ancora una volta - come altre volte era successo - saper vedere "oltre" al palio: farsi strumento non solo della festa e del rito ma, altrettanto, dell'organizzazione della vita comune.

Non fu niente di diverso da questo a spingere un gruppo di Nicchiaioli, la sera del 5 gennaio di quell'anno, a porsi l'esigenza di un "qualche cosa" di comune: un "luogo" in cui ritrovarsi, in cui parlare di palio (ma non solo di esso), e di contrada (ma non solo di essa) per i Nicchiaioli (ma non solo per essi). I loro nomi, la contrada, li conosceva bene: erano di quelli che l'avevano"fatta"; in certo modo, la contrada; e che avrebbero continuato a "farla" per anni ancora. Perché erano di quella gente che nella contrada c'era nata, che la portava dentro, che la viveva come una parte della vita, inscindibile da quest'ultima. Renato Fattorini e Guido Fattorini, Italo Migliorini, Gino Rossi, Cristoforo Arrigucci, Otello Damiani, Alfio Moscatelli, Osvaldo Susini, Ezio Fattorini e Bruno Scali, Gino Mazzeschi e Carlo Bianciardi, Raffaello Lusini e Lido Landozzi. II protocollo da essi firmato era di una sinteticità che diceva, tuttavia, tutto: "Si sono riuniti i seguenti contradaioli ed hanno costituito la Società Ricreativa del Nicchio, aderente alla Nobile Contrada del Nicchio". Erano le otto di sera; i convenuti firmarono e si salutarono: era la vigilia dell'Epifania. A casa i bambini aspettavano per la cena e per scartocciare i regaletti che quell'austera e povera prima befana di pace gli avrebbe portato….



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